Agricoltura:
5 milioni di euro alle aziende del biologico
07.03.12
Sono
state pubblicate le graduatorie di assegnazione dei fondi destinati alle
aziende agricole ammesse ai finanziamenti comunitari, che ammontano a 5milioni
di euro per gli anni 2010, 2011, 2012, 2013. Si tratta degli interventi
previsti dalla Misura 214 del Programma di sviluppo rurale che riguarda in
particolare il sostegno all’agricoltura biologica. Dopo la consueta fase
di istruttoria delle domande si procederà alla pubblicazione dei decreti di
pagamento da parte di Agea. “Si tratta di un passaggio molto importante per le
numerose aziende che lavorano nel biologico – sottolinea l’assessore Febbo –
che grazie ad una specifica azione prevista dalla Misura 214 del PSR,
riceveranno un prezioso sostegno per l’introduzione e il mantenimento di metodi
di produzione biologici. In particolare, l’Azione 2 è rivolta a promuovere
l’adozione di tecniche colturali con l’esclusione dell’impiego di sostanze
chimiche, anche nel settore della zootecnia. Quello biologico è un settore in
continua espansione, anche in Abruzzo, verso il quale l’amministrazione
regionale rivolge il massimo impegno lavorando affinché ci siano le condizioni
migliori per le aziende. La valorizzazione del biologico si traduce anche in un
maggiore rispetto non solo dell’ambiente in cui viviamo ma anche della nostra
salute. Anche i consumatori sono sempre più attenti ed informati e di
conseguenze preferiscono acquistare prodotti sani e soprattutto sicuri. In
questi ultimi anni la nostra regione – prosegue Febbo – ha mostrato una forte
vocazione per l’agricoltura ecocompatibile come dimostrano dai numeri a nostra
disposizione: in Abruzzo circa 30mila ettari sono dedicati al biologico con
oltre 1.500 sono le aziende che praticano questo tipo di agricoltura su tutto
il territorio, 190 delle quali fanno trasformazione di prodotti. Con la
pubblicazione di queste graduatorie, si compie l’ultimo passaggio attraverso il
quale può dirsi definitivamente completata la programmazione della Misura 214.
Tutte le risorse finanziare previste per questo intervento, che comprendono
anche agricoltura integrata e recupero della fertilità per i terreni del
Fucino, possono dirsi utilizzate”.
Sansalvoinpiazza.it
Turismo: il futuro dell'economia europea è in viaggio
07.03.12
Mentre l'economia arretra, il settore turistico sembra non conoscere crisi. Le strutture ricettive, infatti, continuano a registrare incrementi significativi: secondo i dati del sondaggio Eurobarometro dello scorso gennaio, nel 2011 ha viaggiato il 72% dei cittadini Ue e già l'80% dichiara di voler partire nel 2012. Dunque, turismo uguale crescita. O, per dirla con le parole del vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani, "motore dell'economia nel 2012". Autonomo, su due o quattro ruote e in cerca di relax. Questo il ritratto del viaggiatore europeo che emerge dal sondaggio Eurobarometro. Il 53% degli europei ha prenotato le vacanze via Internet, basandosi soprattutto sui consigli di parenti e amici. Ed ha preferito spostarsi con auto e moto – il 78% degli intervistati ha optato per questi mezzi di trasporto.
Nel 2011 ha viaggiato il 72% dei cittadini Ue intervistati. A preferire il proprio paese gli italiani (74%), i greci (80%) e i croati (73%).
Spagna e Italia le mete più visitate, seguite da Francia, Germania, Austria e Grecia. E, malgrado la crisi, le prospettive per il 2012 sembrano rosee. Il 73% degli intervistati non rinuncerà, infatti, alle vacanze, anche se il 33% di loro dovrà modificare i progetti iniziali.
Vincono le vacanze lunghe - il 41% dei cittadini Ue pernotterà dalle 4 alle 13 notti – e, anche per quest'anno, gran parte dei turisti preferirà le "bellezze" di casa propria o resterà comunque in Europa.
Ancora Spagna e Italia ai vertici delle destinazioni preferite. Il turismo non accenna a perdere terreno, dunque, e si profila il nuovo motore dell'economia europea nel 2012, come ha dichiarato Tajani che, commentando i dati Eurobarometro per il 2011 e il 2012, ha definito viaggi e turismo "fattori economici trainanti per la ripresa in Europa".
Fasi
All'Aquila
il primo Aperitivo a Km. 0
06.03.12
Si
è tenuto sabato 3 marzo all’Aquila il primo format di serata a filiera corta per
l'agroalimentare finalizzato a richiamare e coinvolgere tutti gli appassionati
di buone abitudini alimentari. Presso il
locale l’E Cibus si è svolto un aperitivo a chilometro zero in
occasione del quale i partecipanti hanno degustato gratuitamente diverse specialità
gastronomiche tutte rigorosamente aquilane. L’iniziativa è nata dalla collaborazione di un team di giovani
composto da Ilse De Matteis, delegata regionale Giovani Impresa
Coldiretti, Sabrina Tatangelo delegata provinciale, Luca e Aldo Piccinini
titolari del locale e dagli
organizzatori Luca Danaschi e Marcello Di Giacomo. Le imprese agricole
aquilane che hanno offerto i prodotti
sono: Sapori di Campagna di Ofena, La Mascionara di Campotosto e
l’azienda agricola Fratelli Marronaro Pizzoli, oltre ad alcune aziende
vitivinicole con il Montepulciano,
tutte aderenti alla Fondazione Campagna Amica e alla rete dei Mercati dei
Produttori. L'iniziativa ha rappresentato
un’occasione di incontro per
rafforzare il ruolo della filiera corta e il consumo di prodotti a “Km
0”, oltre che per incentivare l’economia “Made in Aquila” in un’ottica
di valorizzazione delle eccellenze locali. Il “bioaperitivo” si propone
così come il primo di una lunga serie attraverso una l’organizzazione
di eventi finalizzati a promuovere la sana alimentazione, la sostenibilità
ambientale e il risparmio.
Una Politica Agricola (per il Bene) Comune
06.03.12
La
filiera agroalimentare deve orientarsi anche verso modelli di produzione e sviluppo
sostenibili e 'depetrolizzati' che richiedono ricerca e innovazione. Per questo
la riforma della PAC al 2020, quella che dovrebbe porsi come traguardo la
sicurezza alimentare dei cittadini europei, la dignità reddituale degli
agricoltori nonché l’armonia del paesaggio rurale, deve non solo sostenere i
modelli di agricoltura verdi, a partire dal e a far leva sul biologico, ma deve
investire in ricerca e conoscenza.
È questa la tesi di fondo del convegno Una Politica Argicola (per il Bene) Comune promosso da CGIL, FIRAB e Legambiente e che si è tenuto il 2 marzo a Roma, coordinato dal Prof. Piero Bevilacqua e al quale hanno preso parte, Vincenzo Vizioli e Maria Grazia Mammuccini per Firab, Massimo Morassut e Domenico Pantaleo per la FLC CGIL CRA, Giorgio Zampetti per Legambiente, Marcello Mastrorilli per il CRA, Mauro Gamboni per il CNR, Giuseppe Blasi responsabile della Direzione Generale della competitività per lo sviluppo rurale del MiPAAF, e i Sen. Francesco Ferrante, Leana Pignedoli e Paolo Scarpa Bonazza Buora.
“Nella definizione della PAC post 2013 – sottolinea Vincenzo Vizioli, presidente della Fondazione Italiana per la Ricerca in Agricoltura Biologica e Biodinamica – non solo bisogna promuovere in modo deciso i modelli agricoli sostenibili e virtuosi, come il biologico, ma bisogna rinnovare profondamente il sistema di produzione di conoscenze e innovazione, dedicandovi risorse adeguate. La PAC del futuro deve investire in reti di conoscenze capaci di premiare la partecipazione dei produttori e la specificità ecologica e sociale dei territori e di offrire idee innovative per un cambiamento di paradigma economico”.
Partendo dal punto fermo che il cibo e il territorio non sono merci, bensì beni comuni, CGIL, FIRAB e Legambiente hanno sottolineato lo stretto nesso che lega la sostenibilità alla conoscenza, un binomio che dovrebbe essere centrale nell'orientare le scelte di indirizzo della nostra Politica Agricola Comune, così come nell'orientare i finanziamenti della ricerca di settore, riequilibrando i flussi di denaro pubblico dalla ricerca sull'ingegneria genetica vegetale a quella sull'agricoltura biologica e su recupero e valorizzazione della biodiversità di interesse agrario.
La fase, per altro, è proprio quella giusta per ridefinire le priorità tematiche della ricerca in agricoltura visto che sono in discussione le proposte legislative della Commissione Europea sul nuovo programma quadro di ricerca "Orizzonte 2020" e 2 giorni fa è uscita la comunicazione al Parlamento Europeo relativa al parternariato per l'innovazione "Produttività e Sostenibilità dell'Agricoltura" in collegamento proprio con il nuovo programma quadro e le proposte di riforma della PAC.
“In Italia si continua a perdere terreno agricolo e fertilità dei suoli, a consumare territorio e risorse idriche con gravi conseguenze ecologiche e ambientali, accentuate dai mutamenti climatici in corso". Questo il commento di Giorgio Zampetti della segreteria nazionale di Legambiente.
Ed aggiunge:“Una risposta forte a tutto questo può arrivare da un modello agricolo multifunzionale che ha un ruolo sempre più importante nella tutela del territorio dal rischio idrogeologico, nella gestione sostenibile delle risorse idriche e nella mitigazione dei cambiamenti climatici. Obiettivi da raggiungere nell’interesse, oltre che della collettività, degli agricoltori stessi. Per questo motivo ribadiamo che la nuova Politica Agricola Comune deve prevedere strumenti concreti”.
Di ricerca nel settore primario si parlerà anche il 7 marzo a Bruxelles, giorno in cui si terrà una Conferenza della Commissione sul tema Ricerca e Innovazione in Agricoltura alla quale AIAB e FIRAB saranno presenti. Sarà l'occasione per riportare il dibattito di oggi e per mettere in primo piano l'agricoltura biologica e gli agricoltori nel futuro delle strategie di ricerca evitando che vengano considerati i soli interessi dell'industria.
È questa la tesi di fondo del convegno Una Politica Argicola (per il Bene) Comune promosso da CGIL, FIRAB e Legambiente e che si è tenuto il 2 marzo a Roma, coordinato dal Prof. Piero Bevilacqua e al quale hanno preso parte, Vincenzo Vizioli e Maria Grazia Mammuccini per Firab, Massimo Morassut e Domenico Pantaleo per la FLC CGIL CRA, Giorgio Zampetti per Legambiente, Marcello Mastrorilli per il CRA, Mauro Gamboni per il CNR, Giuseppe Blasi responsabile della Direzione Generale della competitività per lo sviluppo rurale del MiPAAF, e i Sen. Francesco Ferrante, Leana Pignedoli e Paolo Scarpa Bonazza Buora.
“Nella definizione della PAC post 2013 – sottolinea Vincenzo Vizioli, presidente della Fondazione Italiana per la Ricerca in Agricoltura Biologica e Biodinamica – non solo bisogna promuovere in modo deciso i modelli agricoli sostenibili e virtuosi, come il biologico, ma bisogna rinnovare profondamente il sistema di produzione di conoscenze e innovazione, dedicandovi risorse adeguate. La PAC del futuro deve investire in reti di conoscenze capaci di premiare la partecipazione dei produttori e la specificità ecologica e sociale dei territori e di offrire idee innovative per un cambiamento di paradigma economico”.
Partendo dal punto fermo che il cibo e il territorio non sono merci, bensì beni comuni, CGIL, FIRAB e Legambiente hanno sottolineato lo stretto nesso che lega la sostenibilità alla conoscenza, un binomio che dovrebbe essere centrale nell'orientare le scelte di indirizzo della nostra Politica Agricola Comune, così come nell'orientare i finanziamenti della ricerca di settore, riequilibrando i flussi di denaro pubblico dalla ricerca sull'ingegneria genetica vegetale a quella sull'agricoltura biologica e su recupero e valorizzazione della biodiversità di interesse agrario.
La fase, per altro, è proprio quella giusta per ridefinire le priorità tematiche della ricerca in agricoltura visto che sono in discussione le proposte legislative della Commissione Europea sul nuovo programma quadro di ricerca "Orizzonte 2020" e 2 giorni fa è uscita la comunicazione al Parlamento Europeo relativa al parternariato per l'innovazione "Produttività e Sostenibilità dell'Agricoltura" in collegamento proprio con il nuovo programma quadro e le proposte di riforma della PAC.
“In Italia si continua a perdere terreno agricolo e fertilità dei suoli, a consumare territorio e risorse idriche con gravi conseguenze ecologiche e ambientali, accentuate dai mutamenti climatici in corso". Questo il commento di Giorgio Zampetti della segreteria nazionale di Legambiente.
Ed aggiunge:“Una risposta forte a tutto questo può arrivare da un modello agricolo multifunzionale che ha un ruolo sempre più importante nella tutela del territorio dal rischio idrogeologico, nella gestione sostenibile delle risorse idriche e nella mitigazione dei cambiamenti climatici. Obiettivi da raggiungere nell’interesse, oltre che della collettività, degli agricoltori stessi. Per questo motivo ribadiamo che la nuova Politica Agricola Comune deve prevedere strumenti concreti”.
Di ricerca nel settore primario si parlerà anche il 7 marzo a Bruxelles, giorno in cui si terrà una Conferenza della Commissione sul tema Ricerca e Innovazione in Agricoltura alla quale AIAB e FIRAB saranno presenti. Sarà l'occasione per riportare il dibattito di oggi e per mettere in primo piano l'agricoltura biologica e gli agricoltori nel futuro delle strategie di ricerca evitando che vengano considerati i soli interessi dell'industria.
Un pacchetto di strumenti finanziari per le imprese agricole
03.03.12
Ministero delle Politiche agricole, Ismea e Borsa
merci telematica (Bmti) insieme per facilitare l'accesso al credito degli
imprenditori agricoli. Ieri, nel corso del workshop «Credito e agricoltura:
nuove opportunità per le imprese», organizzato presso l'Unioncamere a Roma,
sono stati presentati una serie di interventi inediti o rivisti in base
alle nuove esigenze del settore.
Tra le novità c'è il Fondo credito, previsto
nel decreto liberalizzazioni e ora all'esame delle Camere, tramite cui, ha
spiegato il ministro delle politiche agricole, Mario Catania,
"faremo incontrare, attraverso gli sportelli bancari, la richiesta di
credito da parte degli imprenditori e i finanziamenti pubblici, anche quelli
legati a programmi europei, consentendo in questo modo alle banche stesse
un'operazione virtuosa che ha dei riflessi in termini di abbattimento degli
interessi", così da semplificare le procedure di accesso al credito e
offrire, al contempo, garanzie agli istituti bancari.
Fino ad oggi, infatti, un agricoltore, per realizzare
un progetto con il cofinanziamento dei fondi europei per lo sviluppo rurale
doveva, da un lato, avviare le pratiche con la Pubblica amministrazione e,
dall'altro, iniziare la trattativa con la banca per ottenere un finanziamento
che copra la quota a carico dell'azienda.
Con il nuovo sistema, invece, le risorse pubbliche per
gli investimenti saranno convogliate nel Fondo credito, in modo che l'intera
operazione (linea di credito e accesso alla disponibilità della parte pubblica)
potrà essere effettuata presso la banca; banca che, grazie alla liquidità
garantita, potrà anche applicare tassi di interesse inferiori.
Altri strumenti attivi, che mette a disposizione
l'Ismea per supportare gli investimenti delle Pmi che operano nel settore
agricolo, e ridurne il rischio di indebitamento, sono:
- il Fondo di garanzia a prima richiesta, che permette l'accesso al credito di quelle aziende che non hanno garanzie proprie sufficienti per le banche, abbattendone i costi di finanziamento,
- il Fondo di investimento nel capitale di rischio, con partecipazioni dirette e indirette nel capitale delle aziende,
- la GCard,«un merito creditizio» rilasciato dall'Istituto e finalizzato alla garanzia a prima richiesta,
- il Rating, modello specifico per le imprese agricole realizzato in collaborazione con Moody's Kmv.
L'obiettivo è diffondere sempre più questi strumenti
tra le imprese agricole e le banche, anche grazie all'eventuale attività
promozionale delle Camere di Commercio.
Per quanto riguarda, invece, gli interventi della Bmti
per facilitare l'accesso al credito delle imprese agricole, dopo una fase di
sperimentazione, da oggi è possibile affettuare l'anticipo delle fatture
derivanti dai contratti telematici, sui quali si può attivare anche la
garanzia del credito per proteggersi così dal rischio di insolvenza. Lo
strumento è "una risposta in termini di liquidità e alla difficoltà di
accesso al credito" del settore agricolo, ha affermato il ministro
Catania.
Ansa
AGROALIMENTARE:DOMANI
LA FIRMA DEL PROTOCOLLO AGIRE-DISTRETTO IT.QSA
28.02.12
ALLA
CONFERENZA STAMPA PARTECIPERANNO GLI ASSESSORI CASTIGLIONE E FEBBO (REGFLASH)
Pescara, 28 feb. Il vice presidente della Regione con delega allo Sviluppo
Economico e all'Innovazione tecnologica, Alfredo Castiglione, e l'assessore
alle Politiche agricole, Mauro Febbo, alle 11.30 di domani, mercoledì 29, a
Pescara, presso la sede della Regione di viale Bovio (sala blu), parteciperanno
alla firma di un Protocollo d'Intesa tra il Polo di Innovazione AGIRE
(AGroIndustria Ricerca Ecosostenibilità) e il Distretto Agroalimentare IT.QSA
(Innovazione tecnologica, Qualità e Sicurezza degli Alimenti. Contestualmente
alla sottoscrizione dell'accordo si terrà una conferenza stampa nella quale
verranno illustrati i contenuti dell'intesa. L'obiettivo principale è quello di
accrescere le possibilità di collaborazione nel settore agroalimentare e
favorire una più incisiva azione di sviluppo della ricerca in favore delle
imprese abruzzesi interessate. A firmare il protocollo saranno il presidente
del Polo di Innovazione AGIRE, Salvatore Di Paolo, e l'amministratore delegato
del Distretto, Luigi Bignardi. (REGFLASH)
Regione.abruzzo.it
Turismo culturale: l'impegno di Terra Osca
Da sempre si ritiene che l’Alto Molise abbia dei tesori nascosti in ambito
turistico, un patrimonio che per troppo tempo non è stato sfruttato al massimo.
Per rispondere a queste esigenze, finora rimaste insoddisfatte, nasce
Terraosca.
L’idea, partorita da Danilo Di Nucci e Nicola Mastronardi, in risposta a tutte quelle risorse ambientali, storiche e culturali che rappresentano un potenziale non indifferente: "Nonostante negli ultimi 15 anni si siano fatti grandi passi in avanti per quanto riguarda l'offerta ricettività, l'Alto Molise si trova in una condizione di forte ritardo rispetto ad altri territori di montagna che hanno fatto del turismo ambientale una importante fonte di reddito" ha asserito, a tal proposito, Di Nucci.
Terra Osca viene al mondo per offrire la possibilità ai turisti di percorrere strade rurali e tratturi, assimilando il territorio abbandonando la frenesia che caratterizza la quotidianità. L’organizzazione propone itinerari, della durata variabile (da un giorno a una settimana, a gruppi di 8/10 persone; organizziamo visite guidate ad Agnone o a Pietrabbondante.
"Per iniziare abbiamo deciso di puntare fortemente su quella che, allo stato attuale, è una fortissima caratterizzazione del Molise: stiamo parlando dei tratturi e di una loro valorizzazione in senso turistico-culturale. Per questo motivo, forti del fatto che in Alto Molise vi è la più alta concentrazione di tratturi dell'intera regione, abbiamo costruito, attorno a loro, degli itinerari che vanno ad abbracciare anche le altre risorse naturalistiche del territorio oltre che Sanniti, gastronomia ed eccellenze culturali" ha spiegato Di Nucci.
La proposta di Terra Osca perciò è quella di inserire il territorio alto molisano all’interno delle guide dei tour operator affinché la zona possa, finalmente, trarre guadagno dalle ricchezze che il popolo Sannita ci ha lasciato in eredità.
Di Nucci quindi ha concluso così: "Accanto al turismo naturalistico l'idea è quella, se mai ce ne sarà l'occasione e con l'aiuto di altre figure, di poter andare a gestire parte dell'interessantissimo patrimonio culturale del nostro territorio".
L’idea, partorita da Danilo Di Nucci e Nicola Mastronardi, in risposta a tutte quelle risorse ambientali, storiche e culturali che rappresentano un potenziale non indifferente: "Nonostante negli ultimi 15 anni si siano fatti grandi passi in avanti per quanto riguarda l'offerta ricettività, l'Alto Molise si trova in una condizione di forte ritardo rispetto ad altri territori di montagna che hanno fatto del turismo ambientale una importante fonte di reddito" ha asserito, a tal proposito, Di Nucci.
Terra Osca viene al mondo per offrire la possibilità ai turisti di percorrere strade rurali e tratturi, assimilando il territorio abbandonando la frenesia che caratterizza la quotidianità. L’organizzazione propone itinerari, della durata variabile (da un giorno a una settimana, a gruppi di 8/10 persone; organizziamo visite guidate ad Agnone o a Pietrabbondante.
"Per iniziare abbiamo deciso di puntare fortemente su quella che, allo stato attuale, è una fortissima caratterizzazione del Molise: stiamo parlando dei tratturi e di una loro valorizzazione in senso turistico-culturale. Per questo motivo, forti del fatto che in Alto Molise vi è la più alta concentrazione di tratturi dell'intera regione, abbiamo costruito, attorno a loro, degli itinerari che vanno ad abbracciare anche le altre risorse naturalistiche del territorio oltre che Sanniti, gastronomia ed eccellenze culturali" ha spiegato Di Nucci.
La proposta di Terra Osca perciò è quella di inserire il territorio alto molisano all’interno delle guide dei tour operator affinché la zona possa, finalmente, trarre guadagno dalle ricchezze che il popolo Sannita ci ha lasciato in eredità.
Di Nucci quindi ha concluso così: "Accanto al turismo naturalistico l'idea è quella, se mai ce ne sarà l'occasione e con l'aiuto di altre figure, di poter andare a gestire parte dell'interessantissimo patrimonio culturale del nostro territorio".
altomolise.it
Turismo: polo unico neve per rilancio Alto Molise e Matese
Progetto
provincia Isernia che comprende otto comuni
25.02.12
ISERNIA, 22 FEB - Un polo unico della neve che
comprendera' i comuni dell'Alto Molise e quelli del versante nord del Matese,
con pacchetti turistici economicamente vantaggiosi.
E' il progetto della Provincia di Isernia per favorire lo sviluppo del turismo nelle aree interne. Destinatari sono otto comuni della provincia: Agnone, Capracotta, Pescopennataro, Roccamandolfi, San Pietro Avellana e Vastogirdardi. Primo passo il 29 febbraio con l'inaugurazione di una pista di pattinaggio sul ghiaccio nella localita' sciistica di Capracotta.
E' il progetto della Provincia di Isernia per favorire lo sviluppo del turismo nelle aree interne. Destinatari sono otto comuni della provincia: Agnone, Capracotta, Pescopennataro, Roccamandolfi, San Pietro Avellana e Vastogirdardi. Primo passo il 29 febbraio con l'inaugurazione di una pista di pattinaggio sul ghiaccio nella localita' sciistica di Capracotta.
Ansa
AGRICOLTURA: Il decreto AGEA consente di sbloccare le indennità compensative
23.02.12
La firma del decreto n. 249 di Agea, Agenzia
per le erogazioni in agricoltura, consente l’immediato pagamento delle
indennità compensative e, dunque, sarà possibile dare un primo e concreto
sostegno agli agricoltori abruzzesi colpiti duramente dall’ondata di maltempo.
A causa dell’emergenza neve, infatti, molte aziende agricole sono ancora alle prese con numerose criticità con i disagi maggiori
che si registrano soprattutto nelle aree interne e montane. Per questo,
l’assessore Febbo, si era attivato già nelle prime ore successive all’emergenza
per mettere in campo tutti gli interventi necessari in favore del settore
agricolo ottenendo l’immediato pagamento delle Misure dell’Indennità
compensativa (la 211 e la 212). Si tratta di interventi specifici che riguardano
in maniera particolare le aziende agricole delle zone svantaggiate e montane
che sono le più colpite dalle copiose precipitazioni nevose. “L’Agea – comunica
l’assessore – ha emesso il decreto numero 249 e, grazie a questa procedura di
emergenza, in breve tempo, i nostri agricoltori potranno riscuotere quanto
dovuto relativamente ai residui degli anni che vanno dal 2008 al 2010. Il
sostegno alle zone svantaggiate – conclude Febbo – ha l’obiettivo di
contribuire ad un uso continuato delle superfici agricole, alla cura dello
spazio naturale, al mantenimento e alla promozione di sistemi di produzione
agricola sostenibili. E in questo momento si tratta di interventi quanto mai
prioritari ed urgenti”.
Pescara, 20 febbraio 2012
Sansalvoinpiazza.it
ORTONA 1943
23.02.12
Non necessita di ulteriore informazione basta cliccare su
Grazie Vincenzo!
Biologico: Trasparenza,semplificazione,crescita - Accordo UE-USA
18.02.12
Accordo
storico sul commercio dei prodotti biologici. E' quello firmato ieri da
Unione europea e Stati Uniti, i due maggiori produttori bio al mondo. Un
partenariato che migliora la trasparenza delle norme e crea grandi opportunità
per i produttori, soprattutto per le Pmi che operano nel settore. Dal 1 gennaio
2012, infatti, verranno abbattuti gran parte degli ostacoli normativi e
burocratici per commerciare sulle due sponde dell'Atlantico. Il biologico, che
già in Ue e Usa vale 40 miliardi di euro, è destinato a crescere ancora.
Ottima notizia per l'Italia, leader nella produzione biologica.
Cosa cambia
L'accordo
velocizza e semplifica la commercializzazione dei prodotti biologici fra le due
sponde dell'oceano. Finora, infatti, produttori e imprese dovevano ottenere due
diverse certificazioni, Ue ed Usa. Ciò comportava un duplice onere a livello di
spese, ispezioni e pratiche.
Con
quest'accordo - firmato a Norimberga da Dacian Cioloş, commissario
europeo per l'agricoltura e lo sviluppo rurale, Kathleen Merrigan,
sottosegretario del ministero statunitense dell'Agricoltura e Isi Siddiqui,
ambasciatore Usa per il commercio e principale negoziatore per l'agricoltura –
le produzioni biologiche conformi alle disposizioni possono essere etichettate
e vendute come prodotti biologici certificati.
Il
partenariato segue una serie di controlli in loco al fine di garantire la
compatibilità della regolamentazione, delle misure di controllo della qualità,
e dei requisiti in materia di certificazione ed etichettatura.
Esistono
in effetti alcune differenze fra le norme europee e quelle statunitensi.
Primo fra tutti l'utilizzo di antibiotici, vietati dallo USDA, US Department of
Agriculture – tranne in caso di infezioni batteriche invasive – ma non in
Europa. Differenza cui si è ovviato in modo semplice: i prodotti biologici
commercializzati nell'ambito del partenariato dovranno accertare il mancato
utilizzo di antibiotici.
In
termini economici, si tratta di un grande passo in avanti. Il mercato
biologico, che ad oggi vale complessivamente 40 miliardi di euro,
è destinato a crescere a partire dal 1 giugno 2012, quando l'accordo entrerà in
vigore. L'abbattimento di spese e ostacoli burocratici per le imprese operanti
nel settore, in particolare per le Pmi, equivale infatti a espansione delle
vendite e crescita dell'occupazione.
Fasi
TURISMO:DI
DALMAZIO, successo dell'Abruzzo alla fiera ad Oslo
L'Aquila, 14 feb. - Dall'enogastronomia alla
montagna invernale, dal mare alla natura passando per i borghi: la Norvegia
sembra essere particolarmente interessata all'offerta turistica dell'Abruzzo. È
quanto emerge dalla Fiera di Oslo dove l'Abruzzo, unica regione italiana
insieme con la Sardegna, era presente con un proprio stand, che ha ottenuto un
grande successo di e fra gli addetti ai lavori, all'interno dello spazio
espositivo messo a disposizione dall'Enit. "Nella tre giorni di Oslo -
spiega l'assessore al Turismo, Mauro Di Dalmazio - abbiamo potuto constatare,
dai contatti realizzati, che il mercato norvegese è molto interessato
all'Italia come destinazione soprattutto per lo stile di vita e il benessere
inteso come qualità di vacanza. Questo permette all'Abruzzo di essere
competitivo su uno standard di mercato elevato". Quest'anno la fiera di
Oslo ha contato 42 mila presenze in tre giorni e l'Abruzzo era presente con 4
operatori: Consorzio Abruzzotravelling, Gruppo Hotel Santacroce, Consorzio
Abruzzo promotion e Comune di Montesilvano. "Il successo della
partecipazione dell'Abruzzo - sottolinea l'assessore - testimonia la validità
della scelta, fatta un anno fa, di puntare fortemente anche sul mercato
norvegese e scandinavo in generale. In questo senso, i dati 2011 sulle presenze
norvegesi in Abruzzo ci danno ragione, ma la copiosa ed entusiasta
partecipazione di operatori e giornalisti norvegesi alla fiera di quest'anno ha
confermato la grande attenzione di quel mercato nei confronti della nostra
regione e la validità dell'offerta turistica abruzzese.
Quello
norvegese e scandinavo è, per capacità di spesa e propensione al viaggio, un
mercato particolarmente appetibile.
Occorre
procedere a selezioni ed analisi attente, ad una programmazione integrata per
aggredire i mercati ed al monitoraggio dei ritorni per valutare l'efficacia
dell'investimento. E questo significa - conclude l'assessore - un più razionale
e produttivo utilizzo delle poche risorse disponibili".
Agricoltura: dal 2012 nuove regole per il settore vitivinicolo
11.02.12
Indicazione
in etichetta per distinguere i vini biologici da quelli
convenzionali e regole più severe per la certificazione, non
più solo sulla base delle uve utilizzate, ma anche rispetto alle pratiche
enologiche e alle sostanze usate. Queste le nuove norme approvate ieri dal Comitato
permanente per la produzione biologica dell'Unione europea.
Il
settore vitivinicolo è in parte esente dalle attuali norme comunitarie sui
prodotti biologici, il regolamento (CE) n. 834/2007. La
certificazione è infatti prevista in base alla qualità delle uve e non riguarda
la qualità del processo di vinificazione.
Con
le nuove regole, che saranno pubblicate nelle prossime settimane in Gazzetta
ufficiale europea, a partire dalla vendemmia 2012 anche le
pratiche enologiche e le sostanze utilizzate rientreranno nella disciplina
europea.
In particolare sono banditi l’acido sorbico e la desolforazione, mentre la quantità di solfiti dovrà essere di almeno 30-50 mg per litro inferiore al livello previsto nel vino convenzionale.
In particolare sono banditi l’acido sorbico e la desolforazione, mentre la quantità di solfiti dovrà essere di almeno 30-50 mg per litro inferiore al livello previsto nel vino convenzionale.
In
realtà, fa sapere Confagricoltura, “sui solfiti i produttori
italiani sono già più rigidi della normativa europea”. Il livello stabilito
rappresenta un compromesso con i paesi del Nord Europa, che “per difficoltà
climatiche e tecnologiche, sono costretti ad usare questo composto in grandi
quantità”. I produttori italiani osservano, invece, già criteri più rigorosi,
ma non potranno rendere visibile questa qualità dei loro vini, in modo da
valorizzarli sul mercato rispetto ad altri prodotti biologici, oltre che
rispetto ai vini convenzionali.
Per
quanto riguarda il riconoscimento da parte dei consumatori, tutti i produttori
che soddisfano le nuove norme potranno esibire la dicitura “biologico”
in etichetta, insieme al logo comunitario che contrassegna
tutti i prodotti di questo tipo, la foglia verde disegnata da 12 stelle, e al
numero di codice del competente organismo di certificazione.
Il
risultato, per il commissario all'agricoltura Dacian Cioloș,
sarà una maggiore trasparenza a vantaggio dei consumatori, ma anche un miglior
posizionamento commerciale dei vini europei sui mercati globali. In altri paesi,
infatti, come Cile, Usa, Australia e Sudafrica, sono già in vigore norme per i
vini biologici.
Fasi
Export
e le Piccole Imprese Abruzzesi
10.02.12
Daniele
Becci , Presidente del Centro Estero delle camere di commercio d’Abruzzo, preme
sulla necessità della formazione per
migliorare la competitività delle imprese abruzzesi. L’aver presentato,ieri a
Pescara, progetti ed attività del primo semestre 2012 per la promozione delle
PMI del territorio e dell’internazionalizzazione delle aziende, mette in
evidenza l’importanza di un progetto formativo
su tematiche fiscali, legali, doganali ed economiche. A ciò si aggiunge la necessità di fornire, alle
imprese partecipanti , gli strumenti idonei per reagire alla recessione, per
trarre vantaggio da eventuali opportunità nascenti e porre le basi per
riproporsi sui mercati esteri. Questo corso prevede anche incontri di
assistenza individuali con i relatori
interessati, allo scopo di analizzare le specifiche problematiche delle aziende
e risolvere dei casi concreti. Sono
pronte due ‘missioni’ per l’estero: una organizzata dalla Camera di Commercio
di Pescara, in collaborazione con il
Centro estero nell’ambito del progetto “Vita Vite” che vedrà protagonista il
gusto delle eccellenze abruzzesi a Berlino il 13 febbraio.
L’altra
missione sarà a Mosca dal 13 al 17 febbraio nell’ambito del progetto Prodexpo.
L’ evento internazionale di maggiore rilevanza per il settore agroalimentare
che conta la partecipazione di più di duemila ditte provenienti da 55 Paesi.
Per questo motivo, il Centro Estero Abruzzo ha inteso promuovere la
partecipazione alla manifestazione di sei ditte abruzzesi, appartenenti sia al
settore vinicolo che quello alimentare. Le ditte espositrici abruzzesi sono:
Saquella – Cantine Zaccagnini – Citra Vini – Tenuta I Fauri – Cantine
Draganisrl e Cantine Mucci.
Prossima
tappa Brasile senza però tralasciare i mercati tradizionali quali l’Europa, il
Giappone e gli States.
Il progetto di riforma presentato
dal commissario europeo all'Agricoltura Dacian Ciolos “non ci soddisfa,
perché dimentica il valore delle imprese agricole italiane”. Così il ministro
delle Politiche agricole Mario Catania, inaugurando l'edizione 2012 di
Fieragricola a Verona e i festeggiamenti per i 50 anni della PAC. Nel corso dei
negoziati, assicura il ministro, premeremo per ottenere una Politica agricole
comune che tuteli le specificità e la qualità dei prodotti made in Italy.
Le ragioni dell'opposizione italiana
alle proposte dell'Esecutivo Ue sono ormai note. Nel novembre 2011 le
principali organizzazioni del comparto - Coldiretti, Confagricoltura, Cia e
Copagri – hanno raggiunto un'intesa su un documento comune da sottoporre al
commissario Ciolos che chiedeva di rivedere tre aspetti:le risorse,il greening,la definizione di agricoltore attivo.
Tutti temi dibattuti a Verona nel
corso del convegno organizzato dalla Rappresentanza italiana della Commissione
europea sui 50 anni della PAC. A discuterne Aldo Longo, direttore
presso la direzione generale agricoltura della Commissione europea, Felice
Assenza, dirigente rapporti internazionali del Ministero delle Politiche
agricole, e Alessandra Pesce, responsabile del servizio ricerche
dell’Istituto nazionale di economia agricola.
Per quanto riguarda i fondi, due
sono gli aspetti critici per l'Italia.
Innanzitutto la spesa prevista,
435,5 miliardi a prezzi correnti. Per Longo un successo, dato che nonostante la
contingenza economica negativa, si mantiene il budget sul valore attuale. Per
Assenza, un risultato migliorabile, dato che l’inflazione nei sette anni di
programmazione determinerà una perdita del 12%.
Il secondo tema è la redistribuzione
delle risorse tra gli Stati membri. La Commissione ha infatti stabilito di
utilizzare come parametro per il calcolo dei pagamenti diretti la
superficie coltivata. Per l'Italia questo significa che deve cedere fondi, a
vantaggio di altri stati. Ma il pagamento ad ettaro, sottolinea Essenza,
finisce per privilegiare il latifondo e produzioni marginali, a scapito degli
agricoltori specializzati, che sfruttano meno terra ma investono di più per
ottenere prodotti di qualità.
Se il calcolo degli aiuti prendesse
a parametro, invece, la redditività, continua il dirigente del Mipaaf, l'Italia
non dovrebbe perdere fondi ma anzi risulterebbe al di sotto della media Ue per
rilevanza degli aiuti.
Altro nodo da sciogliere, la
questione del greening. La Commissione ha individuato tre misure
ambientali cui dedicare un terzo degli appezzamenti: pascoli permanenti,
diversificazione e aree di interesse ecologico. Secondo le associazioni di
categoria e il ministero si tratta di interventi modellati sull'agricoltura
continentale, che trascurano colture altrettanto benefiche per l'ambiente
presenti nelle aree mediterranee, quali le coltivazioni legnose, e rischiano di
scoraggiare gli agricoltori. Per Essenza, ad esempio, piuttosto che dover
diversificare, e adempiere alle pratiche burocratiche necessarie, gli
agricoltori potrebbero decidere di abbandonare quelle porzioni di suolo.
Un rischio da evitare, secondo
Alessandra Pesce, se si considera che negli ultimi 50 anni sono stati
abbandonati 8 milioni di ettari di terreno fertile.
Infine l'agricoltore attivo.
L'Italia chiede che si lasci agli Stati membri la disciplina su chi può
accedere agli aiuti comunitari; la Commissione sostiene che si andrebbe
incontro a troppi regimi diversi e forse incompatibili e difende la sua
definizione come l'unica strada percorribile.I negoziati sul progetto di
riforma inizieranno tra qualche mese. La partita si annuncia lunga.
Fasi
EXPORT:
FEBBO, NESSUNA CRISI PER VINO E PASTA ABRUZZESI
I DATI
UFFICIALI DI ISTAT, CRESA E BANCA D'ITALIA EXPORT: FEBBO, NESSUNA CRISI PER
VINO E PASTA : Pescara, 26 gennaio "I dati ufficiali a nostra disposizione
sulle esportazioni ci dicono che non si può affatto parlare di discesa o
peggioramento nei settori del vino e della pasta. Affermare che c'è una crisi
appare improprio visto che i numeri ufficiali forniti da Istat, Cresa e Banca
d'Italia si riferiscono al periodo gennaio-settembre 2011. Inoltre per
correttezza di informazione bisognerebbe spiegare cosa si intende quando si
parla del distretto industriale del Montepulciano d'Abruzzo". A ridimensionare
la fotografia allarmante scatta sulle esportazioni abruzzesi in questi giorni è
l'assessore regionale alle Politiche agricole, Mauro Febbo. "Inoltre -
precisa Febbo - i dati che possiamo analizzare sono globali, a livello
regionale, e sono molto chiari: nel periodo gennaio-settembre 2011 la voce
"vini di uve" ha registrato un +3,1% rispetto allo stesso periodo
dell'anno precedente considerando però che nel 2010 abbiamo raggiunto il
traguardo storico che ci ha visto superare i 100 milioni di esportazioni. Se
volessimo analizzare una crescita regionale del 96,4% rispetto al 2003, con
l'export italiano che nello stesso periodo è cresciuto del 45,5%, potremmo
affermare che i vini abruzzesi marciano ad un passo più veloce rispetto alla
media italiana. Il mercato delle esportazioni è diventato più importante di
quello interno, come ha sostenuto anche Coldiretti, e per questo se si vuole
sostenere il settore bisogna promuovere e sostenere i vini abruzzesi
all'estero. Se invece volessimo fare delle previsioni al 31 dicembre 2011 si
potrebbe prevedere un'altra grande performance per il vino abruzzese. Certo -
aggiunge Febbo - considerando il periodo non certo roseo a livello globale si
potrebbe preventivare anche un rallentamento della crescita ma il segno resterebbe
sempre positivo. Ribadisco comunque che mancano ancora i dati ufficiali Istat
su scala regionale relativi all'ultimo trimestre 2011. Discorso diverso per
quanto riguarda la pasta per la quale c'è stata una lievissima flessione dello
0,1% rispetto al 2010 ma sono certo che almeno per quanto riguarda i due
settori presi in esame escluderei in maniera decisa la possibilità di parlare
di crisi. Eviterei inoltre inutili allarmismi che rischiano di essere dannosi
per tutto il sistema rurale. Non possiamo e non vogliamo nascondere la realtà
che ci mostra una regione e un Paese alle prese con una crisi economica
mondiale che ha effetti negativi su tutto il sistema, ma allo stesso tempo
dobbiamo mettere in risalto le preziose risorse a nostra disposizione, sempre
più apprezzate a livello internazionale, che possono dare un contributo
notevole per il rilancio dell'economia abruzzese".
Regione.abruzzo.
Il Montepulciano d'Abruzzo dell'azienda 'Jasci & Marchesani'
premiato a 'Sense of Wine'
29.01.12
Importante riconoscimento per il Montepulciano d’Abruzzo prodotto
dall’azienda agrobiologia-vinicola 'Jasci & Marchesani' alla manifestazione
“Sens of wine” organizzata al Palazzo dei Congressi a Roma dal 26 al 29
gennaio.
A fregiare l’azienda vastese dell’onorato premio Luca Moroni, ideatorie dell’evento giunto ormai alla sua settima edizione, che vede ogni anno protagoniste le migliori eccellenze in campo enogastronomico.
“Una grande emozione salire sul palco a ritirare l'ambitissimo premio” afferma Nicola Jasci “il nostro Ianù considerato il vino migliore d'Italia, per noi come un sogno divenuto realtà, un sogno racchiuso in una bottiglia.
Tanta emozione nel sentire un guru dell'enologia nazionale definire il tuo vino: "un'onda intensissima e fragorosa di dolcezza di frutto e di spezie che ha la forza, il sibilo e la potenza effusiva di un'esplosione di vaniglia e mora... il profumo più potente, imprimente e persistente mai sperimentato da un rosso. Il Montepulciano d'Abruzzo migliore di tutti i tempi".
A fregiare l’azienda vastese dell’onorato premio Luca Moroni, ideatorie dell’evento giunto ormai alla sua settima edizione, che vede ogni anno protagoniste le migliori eccellenze in campo enogastronomico.
“Una grande emozione salire sul palco a ritirare l'ambitissimo premio” afferma Nicola Jasci “il nostro Ianù considerato il vino migliore d'Italia, per noi come un sogno divenuto realtà, un sogno racchiuso in una bottiglia.
Tanta emozione nel sentire un guru dell'enologia nazionale definire il tuo vino: "un'onda intensissima e fragorosa di dolcezza di frutto e di spezie che ha la forza, il sibilo e la potenza effusiva di un'esplosione di vaniglia e mora... il profumo più potente, imprimente e persistente mai sperimentato da un rosso. Il Montepulciano d'Abruzzo migliore di tutti i tempi".
Virginia Muratore
Valorizzare i territori dell'Alto Vastese e della Valle del
Trigno.
CARUNCHIO (CH). Un incontro per approfondire progetti e rinnovare
l'adesione al Centro Studi della Montagna Vastese e della Valle del Trigno
impegnato nella tutela, valorizzazione e promozione del patrimonio culturale,
storico e ambientale di questi territori da troppo tempo
"marginalizzati". E' quello che si terrà sabato 28 gennaio alle ore
16:00 in via G. Marconi 15 a Carunchio.
All'incontro - spiega una nota - sono invitati i soci e i cittadini del Medio-Alto Vastese e della Valle del Trigno.
Si tratta- prosegue l'invito - di un'occasione da non perdere per conoscere da vicino le attività in programma e per costruire una rete attiva di collaborazioni tra i paesi e le realtà del territorio.
Principali punti all'ordine del giorno saranno:
- Obiettivi e consuntivo 2011;
- Rinnovo cariche elettive e organizzazione dell'associazione;
- Programma attività 2012-2013.
In merito all'ultimo punto verrà presentato il calendario degli eventi programmati per il 2012: escursioni, progetti editoriali, web marketing, convegni e piani di sviluppo di attività promozionali del territorio vastese, della valle del Trigno e alto molisano.
Partecipare all'incontro è un'importante occasione per avviare azioni concrete per costruire un futuro attento alla qualità della vita e dell'ambiente, nel rispetto delle tradizioni culturali e storiche che caratterizzano i territori di confine tra l'Abruzzo e il Molise.
All'incontro - spiega una nota - sono invitati i soci e i cittadini del Medio-Alto Vastese e della Valle del Trigno.
Si tratta- prosegue l'invito - di un'occasione da non perdere per conoscere da vicino le attività in programma e per costruire una rete attiva di collaborazioni tra i paesi e le realtà del territorio.
Principali punti all'ordine del giorno saranno:
- Obiettivi e consuntivo 2011;
- Rinnovo cariche elettive e organizzazione dell'associazione;
- Programma attività 2012-2013.
In merito all'ultimo punto verrà presentato il calendario degli eventi programmati per il 2012: escursioni, progetti editoriali, web marketing, convegni e piani di sviluppo di attività promozionali del territorio vastese, della valle del Trigno e alto molisano.
Partecipare all'incontro è un'importante occasione per avviare azioni concrete per costruire un futuro attento alla qualità della vita e dell'ambiente, nel rispetto delle tradizioni culturali e storiche che caratterizzano i territori di confine tra l'Abruzzo e il Molise.
Fossacesia
– Salviamo l’Abbazia di San Giovanni in Venere
Rischio
di lottizzazioni di siti lungo il viale che porta alla medioevale Abbazia di
San Giovanni in Venere, Un vero e proprio attentato al verde ed al patrimonio
artistico e culturale. E’ quanto si è discusso ieri a Fossacesia al convegno
cui ha partecipato il Presidente Nazionale di Italia Nostra, Alessandra Mottola
Molfino. La costruzione di ville e strutture ricettive in un’area da tutelare,
non è accettabile da movimenti cittadini ed associazioni. Pur tuttavia, una
delibera della giunta comunale approvata a novembre 2011, consente la
costruzione di abitazioni e strutture ricettive lungo il viale entro un’area di
400 mq. Ma
mentre dal fronte dei no si richiede una rimodulazione del progetto, da parte
dell’amministrazione,nonostante l’interesse di salvaguardare l’ambiente, non
c’è la rinuncia ad un investimento edilizio. (Il Centro)
Occorre
aspettare ed essere vigili e sulla base della trasparenza, leggere la decisione
definitiva del Consiglio Comunale prima degli eventuali inizi dei lavori.
Apicoltura: la Regione eroga contributi
La Giunta regionale, su proposta
dell'assessore all'Agricoltura, Angiolina Fusco Perrella, ha apporvato il
Programma regionale annuale 2011/2012 di sviluppo dell'apicoltura e l'avviso
pubblico per la presentazione delle domande di contributo per azioni dirette al
miglioramento della produzione e della commercializzazione dei prodotti
dell'apicoltura per l'annualità 2012. Le risorse previste ammontano a 57 mila
euro. «Obiettivo strategico del Programma - ha detto l'assessore - è quello di
favorire lo sviluppo qualitativo e quantitativo dell'apicoltura su tutto il
territorio regionale nel rispetto dei principi di tutela dell'ambiente e della
salute del consumatore, in armonia e secondo le linee guida indicate nel
regolamento comunitario e nelle disposizioni normative nazionali. Mira,
inoltre, al potenziamento della professionalità degli operatori e al
miglioramento tecnologico delle aziende apistiche. Per il conseguimento degli
obiettivi è prevista l'attuazione di specifiche azioni, per ciascuna delle
quali il Programma definisce l'entità dei contributi e i relativi beneficiari».
Le domande dovranno essere presentate dal 1/o febbraio al 1/o marzo 2012.
L'Avviso pubblico e la relativa modulistica sono disponibili sul sito della
Regione Molise (www.regione.molise.it).
Ansa
Agricoltura
- L’Evoluzione del tendone
25.01.12
Le
prime forme di allevamento della vite venivano realizzate utilizzando materiali
aziendali di recupero (pali di legno, canne, alberature): si parlava quindi di
alberello, di vigna con le canne, di vite maritata e diverse altre forme di
filari. L’evoluzione verso strutture di sostegno più durature, si è avuta con
l’avvento del filo di ferro; pertanto nel territorio teatino si è assistito
alla crescita di una forma di allevamento orizzontale, una sorta di pergola
continua ed estesa: il tendone (volgarmente definita ‘capanna’). Con l’avvento
delle macchine agricole, le vecchie forme di allevamento erano destinate ad
essere trasformate. Si è partiti convertendo alcuni dei vecchi impianti che
contavano circa 10.000 piante per ettaro (sesto medio di ml. 1,00x1,00),abbattendo
le viti a file alterne ed innalzando la zona vegetativa e produttiva a circa
180 cm da terra. Si sono ottenuti così i primi tendoni di uva da vino con un
sesto medio di ml 2,00x2,00 e quindi con una presenza di circa 2.500 viti per
ettaro. Un ulteriore passo avanti venne
fatto quando si realizzarono nuovi impianti al sesto di ml 2,50x2,50 che poi
divenne l’investimento più usato nel territorio chietino con la presenza circa
di 1.600 piante ad ettaro.
Il
tendone è stato il risultato di un’evoluzione e razionalizzazione nella tecnica
di coltivazione della vite. Questo metodo presenta numerosi vantaggi quali la
protezione dell’uva dal sole nelle estati calde ed assolate; maggiore distanza
della vegetazione e dell’uva da terra con minori problemi di attacchi
parassitari. Ingiuste ed inaccettabili sono le critiche che vengono sollevate
per questo metodo. Le scelte vengono fatte valutando diversi fattori:
l’obiettivo enologico, le dimensioni aziendali, il livello di meccanizzazione,
la giacitura, il sesto impianto, la varietà e non ultimo, l’esperienza
dell’imprenditore agricolo. Nell’ultima vendemmia si è potuto osservare la
differenza di qualità tra le uve dei filari,fortemente appassite dal forte
caldo di agosto e settembre, e quelle dei tendoni, dove il fenomeno si è
riscontrato raramente e limitatamente a
qualche grappolo posto ai margini dei vigneti.
Attualmente
in Abruzzo nuovi impianti di tendone vengono realizzati solo nel territorio
chietino.
Il
progetto della cooperativa “Oltre l’Orizzonte” : Un orto per i disabili
VILLAMAGNA
– Un intero appezzamento per coltivare con le proprie mani piante ed ortaggi.
Questo è il nuovo progetto dell’Associazione ‘Orizzonte’ di Francavilla
promosso con il Comune di Villamagna dove, in contrada San Severino, sorge
l’orto dedicato ai diversamente abili.
L’idea nasce dalla necessità di inserire gli utenti in un circuito
lavorativo che permetta loro di socializzare, guadagnare e condurre una vita il
più possibile serena. L’obiettivo dell’associazione è quello di dare vita ad
una vera e propria attività commerciale con l’apertura di un chiosco nel quale
gli iscritti potranno finalmente trovare una collocazione lavorativa.
Si
chiama ICT & Tourism Initiative e il suo obiettivo è creare un network
comunitario tra operatori e distributori dei servizi turistici per
rispondere adeguatamente alle esigenze dei turisti nell'era digitale. Si
tratta del nuovo progetto lanciato dalla Commissione europea per rafforzare la
competitività delle piccole e medie europee operanti nel settore del
turismo.
La
diffusione di Internet nel mercato unico ha completamente rivoluzionato
il turismo tradizionale. Oggigiorno, infatti, molti cittadini europei
pianificano le proprie vacanze ricorrendo a servizi online, dalla ricerca delle
informazioni (viaggi, località e soggiorni) sino alla prenotazione di una
camera d'albergo.
Dunque,
secondo le previsioni della Commissione, nei prossimi anni si passerà
progressivamente da un turismo di massa ad un turismo "su misura";
ma mentre le grandi compagnie turistiche stanno rispondendo bene alle nuove
opportunità offerte da Internet, le aziende più piccole non riescono a tenere
il passo.
Se
da un lato le grandi imprese turistiche sfruttano a pieno le potenzialità
dell'e-commerce, le pmi generalmente evitano la distribuzione dei propri
prodotti e servizi su Internet, soprattutto per ragioni economiche.La
Commissione ha quindi deciso di sostenere le pmi con l'ICT & Tourism
Initiative articolata in tre pilastri:
-
pilastro politico, pilastro
tecnologico, pilastro operativo.
Nell'ambito
del primo pilastro verrà istituito un gruppo di esperti, che riunirà
personalità del settore turistico e dell'ICT. Il gruppo avrà il compito di
analizzare le evoluzioni del mercato, individuando e definendo nuove
raccomandazioni per le future strategie politiche della Commissione in questo
settore.
Il secondo
pilastro, invece, prevede la realizzazione di un progetto (P.ICT.URISM)
volto a facilitare la cooperazione tra aziende turistiche attive in ambiti
diversi. L'obiettivo è favorire la partecipazione delle pmi e la loro transizione
verso servizi sempre più tecnologici ed innovativi, rafforzando le relazioni
economiche con altri partner internazionali. Il progetto, che avrà una durata
di 30 mesi, sarà realizzato da un consorzio composto dall'ECTAA, HOTREC, ITH,
Università Bocconi e ZN; le risorse stanziate per P.ICT.URISM ammontano a 1,95
milioni di euro.
L'ultimo
pilastro, infine, offrirà alle imprese turistiche un portale che le
assisterà tanto nel processo di decision-making quanto nella vendita e
diffusione dei propri servizi. Il portale fornirà informazioni aggiornate
sull'andamento dei mercati, le opportunità di finanziamento, norme e
statistiche.
Le
iniziative promosse dagli ultimi due pilastri saranno avviate nel corso del
2012. (Fasi)
CARPINETO
SINELLO è il più grande “dormitorio” di nibbio reale d’Abruzzo. Il territorio
compreso tra Atessa, Casalanguida, Carpineto Sinello e Guilmi risulta vocato ad ospitare e proteggere
questo raro rapace quasi sconosciuto a
livello nazionale. L’Alto Vastese è stato inserito,dietro parere favorevole
della Regione tra le Important Bird Areas (IBA) ossia nell’elenco delle aree
europee di maggiore importanza ornitologica che le autorità devono tutelare per
la conservazione della specie a rischio estinzione.
19.01.12
Sarebbe da attribuire ad una malattia
virale la morte dell’esemplare di orso marsicano trasferito nel Parco Nazionale
d’Abruzzo, Lazio e Molise per essere
curato. Dal Parco regionale Sirente-Velino, il plantigrado era stato
trasportato al centro visita di Pescasseroli. Preso in consegna dai veterinari
del Pnalm, hanno potuto fare ben poco per salvargli la vita. Il veterinario del
Parco nazionale, Dr.Leonardo Gentile, sospetta una malattia virale letale per
gli animali domestici e selvatici. L’orso marsicano presentava una grave
sintomatologia caratterizzata da compromissione dello stato generale e
incoordinazione motoria. E’ stato
inviato all’Istituto zooprofilattico di Teramo per accertamenti necroscopici ed
esami istologici. Il Presidente del Parco
nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise ,Giuseppe Rossi, ha commentato lo
spiacevole episodio sottolineando che l’ente Parco deve fronteggiare la
situazione incontrollata degli accessi alle strade forestali percorse da fuoristrada, quad, motociclette,
pascolo brado incontrollato e spesso abusivo, turismo a volte invadente e non organizzato, tutelando ,così,
gli ‘abitanti’.
Primo Piano
Agricoltura: Coldiretti a Regione, razionalizzare costi
In bilancio
Molise 2012 individuare risorse per uscire da crisi
''Il comparto agricolo molisano auspica un
dialogo costruttivo con la Regione, indispensabile per traghettare il settore
primario fuori dalla grave crisi economica in atto'': cosi' il presidente
regionale Coldiretti, Amodio De Angelis, al termine dell'audizione dinanzi alla
competente Commissione del Consiglio regionale, tenuta per discutere del
Bilancio di previsione 2012. Nel documento consegnato la Coldiretti ha posto
l'accento sulla necessita' di ''liberare, all'interno del Bilancio, risorse
utili per destinarle al sostegno e alla ripresa del comparto''. (ANSA).
Alimentare: pastificio 'La Molisana' vince gara gastronomica
Competizione
in Israele aggiudicata con spaghetto alla chitarra
Campobasso
- Il nuovo spaghetto alla chitarra del pastificio ''La Molisana'' di Campobasso
supera il test realizzato dalla rivista gastronomica ''Food Road'' e si piazza
al primo posto della classifica nella competizione che si e' svolta in Israele.
Otto chef si sono messi ai fornelli preparando altrettanti tipi differenti di
spaghetti, assaggiandoli senza alcun condimento. La prova, che ha visto il
coinvolgimento dei maggiori pastifici italiani ed alcuni israeliani, si e'
svolta al buio (blind test). (ANSA).
DiVino scrivere e cantare... successo della manifestazione culturale a
Poggio Sannita
12.01.12
POGGIO SANNITA - La III° edizione della manifestazione DiVino
scrivere e….cantare – organizzata dal comitato civico “Per Caccavone” che si è
svolta sabato 7 gennaio a Poggio Sannita, ha avuto come protagonisti il vino e
la poesia dialettale, due elementi che sono parte integrante della cultura e
della tradizione poggese. In apertura, con l’inno d’Italia, è stato reso
omaggio al 150° anniversario dell’unità d’Italia, alla presenza del Consigliere
Regionale Domenico Izzi e dell’assessore della provincia di Isernia avv. Franco
Del Basso. La manifestazione, divenuta col tempo l’appuntamento di maggiore
interesse del periodo natalizio a Poggio Sannita, ha visto, sotto l’abile
conduzione di Mario Torelli, alternarsi la recitazione di poesie agli
intermezzi musicali. Molto apprezzato l’intervento del prof. Pacitti, una delle
voci di spicco nel panorama culturale della nostra provincia. Quanto al
concorso di vini, inserito nell’ambito della manifestazione, ben 15 sono stati
quelli in gara; la giuria, sotto la guida del Presidente Carlo Miscischia ha
premiato il vino del sign. Mario Palomba, da tempo apprezzato e stimato
produttore locale. Un pubblico molto numeroso ha accompagnato e seguito con
attenzione lo svolgersi della manifestazione, proseguita con un momento
conviviale ( un ringraziamento particolare allo chef Renato Antinucci, a
Domenico Marchesani e Di Pinto Giuseppe ) e tanta musica a cura di Giuseppe
Orlando, Emilio Conti, Enrico e Giulio Ricci. Soddisfazione per la riuscita
dell’evento è stata manifestata dal Presidente del Comitato Orazio La Rocca:
“ancora una volta – ha dichiarato – il comitato ha centrato l’obiettivo a
dimostrazione ulteriore del buon lavoro fatto; sono convinto che l’anno 2012,
vedrà ancora appuntamenti di rilievo a Poggio Sannita”. Assente – e per
l’ennesima volta – il sindaco Tonino Palomba.
COLLI
AL VOLTURNO: L’Amministrazione Visco e
la Coldiretti contro la Simest
Coldiretti
e Colli al Volturno , così come tanti altri comuni della Valle del Volturno,
insieme contro la Simest spa – società finanziaria
di sviluppo e promozione delle imprese italiane all’estero controllata dal
Ministero dello Sviluppo economico- che si occupa delle iniziative
imprenditoriali finalizzate a commercializzare sui mercati esteri prodotti
contraddistinti da un italian sounding pur non avendo nulla a che fare con i
prodotti del nostro territorio. L’esecutivo
guidato dal sindaco Visco ha approvato un’apposita delibera ed ha il pieno
appoggio della federazione provinciale della Coldiretti proprio per tutelare
gli interessi delle imprese della filiera agroalimentare e che vede nel made in
Italy ed in particolare nel settore agroalimentare, una leva competitiva e di
sviluppo per il Paese.
Latte d'asina, nasce nel Vastese il primo centro di imbottigliamento del
Centro Sud
08.01.12
08.01.12
Nasce a Tufillo l’esclusivo centro di raccolta, lavorazione ed
imbottigliamento del latte di asina. L’umile animale a grave rischio di
estinzione torna prepotentemente alla riscossa in Abruzzo, nel Vastese. Nella
splendida vallata di contrada Pozzitello, tra i Comuni di Tufillo e Palmoli,
nasce l’esclusivo centro d’Abruzzo per l’ allevamento di asine di razza
ragusana. Nella fattoria avviene la raccolta, la lavorazione e l’
imbottigliamento del prezioso latte di asina.
«Si tratta del primo impianto polifunzionale attrezzato del Centro-Sud Italia. - spiega il professor Nicandro Gambuto, che ha curato il progetto - E questo, grazie alla tenacia e al grande spirito imprenditoriale di Milva Cieri, proprietaria dell’azienda agricola estesa su 42 ettari, di suo marito Alessandro, di suo figlio Sveno Oscar e di un gruppo di piccoli imprenditori locali che hanno acquistato direttamente a Giarratana (RG) un nucleo di ben cinquanta asine di razza pura ragusana iscritte all’Associazione italiana allevatori della Regione Sicilia, particolarmente indicate per la produzione di latte. Questi asini di pregio vanno ad aggiungersi ad altri ventidue capi della stessa razza già presenti in azienda e acquistati in Calabria. In azienda, oltre a stalle e paddock semi aperti, è in fase di realizzazione il Centro destinato alla lavorazione e imbottigliamento del latte». Il tutto, occorre sottolinearlo, è stato reso possibile grazie all’elaborazione progettuale di Nicandro Gambuto, esperto del settore, che oltre ad aver promosso convegni nazionali tematici sul territorio Vastese in collaborazione con l’istituto superiore “G. Spataro” di Gissi e l’associazione culturale Abruzzo futuro di Liscia, ha permesso all’azienda di stipulare un accordo commerciale esclusivo con il Consorzio Nazionale Allevasini di Roma, che garantirà il ritiro del latte. «In Italia – spiega Gambuto - nascono ogni anno circa 18mila bambini con allergie gastrointestinali dovute alle intolleranze al latte di mucca e, per quelli che non possono essere allattati al seno, il latte d’asina che ha caratteristiche simili a quello materno, rappresenta una valida alternativa. Il latte d’asina è un vero e proprio farma-food studiato dalle Università di Camerino, di Palermo, del Molise, dal CNR, e dall’Istituto zooprofilattico della Sicilia, utile tanto per gli anziani affetti da osteoporosi, che per le donne in menopausa. Con il latte di asina si possono produrre, inoltre, probiotici, cioccolato, gelati, yogurt e dolci. E’ importante tra l’altro sottolineare- continua Gambuto- che questa nuova realtà produttiva nasce senza alcun contributo pubblico, ma solo con i risparmi di questi piccoli imprenditori che hanno creduto nel mio progetto e che hanno ridato vita ad una vallata mettendo a coltura oltre 150 ettari di terreni abbandonati.E sono nati anche dei posti di lavoro in un momento di grande dramma occupazionale. E’ indispensabile valorizzare l’agricoltura come risorsa economica, sociale e ambientale per garantire alle imprese agricole opportunità di sviluppo e reddito in un quadro di piena integrazione del comparto con gli interessi economici e sociali del Paese. Tra l’altro il centro di Tufillo sarà anche un centro di didattica ambientale a servizio delle scolaresche che possono conoscere da vicino il mondo dell’asino con percorsi innovativi di onoterapia (pet- terapy con l’asino), onoturismo (passeggiate nella valle a dorso d’asino e degustazione di latte d’asina e di prodotti derivati direttamente in azienda), onodidattica (conoscenza dei processi produttivi aziendali, etologia e zoologia della specie)».
Bisognerà attendere la primavera per l’inaugurazione della struttura e l’inizio della produzione di latte con la nascita dei primi asinelli.
«Sarà la festa del territorio - dichiara Milva Cieri - che inizierà un nuovo percorso produttivo dopo l’abbandono dei campi». «Il Consorzio sarà vicino al nuovo processo produttivo - dichiara il presidente Milonis- per tutti gli allevatori che intraprenderanno questa attività».
«Si tratta del primo impianto polifunzionale attrezzato del Centro-Sud Italia. - spiega il professor Nicandro Gambuto, che ha curato il progetto - E questo, grazie alla tenacia e al grande spirito imprenditoriale di Milva Cieri, proprietaria dell’azienda agricola estesa su 42 ettari, di suo marito Alessandro, di suo figlio Sveno Oscar e di un gruppo di piccoli imprenditori locali che hanno acquistato direttamente a Giarratana (RG) un nucleo di ben cinquanta asine di razza pura ragusana iscritte all’Associazione italiana allevatori della Regione Sicilia, particolarmente indicate per la produzione di latte. Questi asini di pregio vanno ad aggiungersi ad altri ventidue capi della stessa razza già presenti in azienda e acquistati in Calabria. In azienda, oltre a stalle e paddock semi aperti, è in fase di realizzazione il Centro destinato alla lavorazione e imbottigliamento del latte». Il tutto, occorre sottolinearlo, è stato reso possibile grazie all’elaborazione progettuale di Nicandro Gambuto, esperto del settore, che oltre ad aver promosso convegni nazionali tematici sul territorio Vastese in collaborazione con l’istituto superiore “G. Spataro” di Gissi e l’associazione culturale Abruzzo futuro di Liscia, ha permesso all’azienda di stipulare un accordo commerciale esclusivo con il Consorzio Nazionale Allevasini di Roma, che garantirà il ritiro del latte. «In Italia – spiega Gambuto - nascono ogni anno circa 18mila bambini con allergie gastrointestinali dovute alle intolleranze al latte di mucca e, per quelli che non possono essere allattati al seno, il latte d’asina che ha caratteristiche simili a quello materno, rappresenta una valida alternativa. Il latte d’asina è un vero e proprio farma-food studiato dalle Università di Camerino, di Palermo, del Molise, dal CNR, e dall’Istituto zooprofilattico della Sicilia, utile tanto per gli anziani affetti da osteoporosi, che per le donne in menopausa. Con il latte di asina si possono produrre, inoltre, probiotici, cioccolato, gelati, yogurt e dolci. E’ importante tra l’altro sottolineare- continua Gambuto- che questa nuova realtà produttiva nasce senza alcun contributo pubblico, ma solo con i risparmi di questi piccoli imprenditori che hanno creduto nel mio progetto e che hanno ridato vita ad una vallata mettendo a coltura oltre 150 ettari di terreni abbandonati.E sono nati anche dei posti di lavoro in un momento di grande dramma occupazionale. E’ indispensabile valorizzare l’agricoltura come risorsa economica, sociale e ambientale per garantire alle imprese agricole opportunità di sviluppo e reddito in un quadro di piena integrazione del comparto con gli interessi economici e sociali del Paese. Tra l’altro il centro di Tufillo sarà anche un centro di didattica ambientale a servizio delle scolaresche che possono conoscere da vicino il mondo dell’asino con percorsi innovativi di onoterapia (pet- terapy con l’asino), onoturismo (passeggiate nella valle a dorso d’asino e degustazione di latte d’asina e di prodotti derivati direttamente in azienda), onodidattica (conoscenza dei processi produttivi aziendali, etologia e zoologia della specie)».
Bisognerà attendere la primavera per l’inaugurazione della struttura e l’inizio della produzione di latte con la nascita dei primi asinelli.
«Sarà la festa del territorio - dichiara Milva Cieri - che inizierà un nuovo percorso produttivo dopo l’abbandono dei campi». «Il Consorzio sarà vicino al nuovo processo produttivo - dichiara il presidente Milonis- per tutti gli allevatori che intraprenderanno questa attività».
Francesco Bottone
Nel Milleproroghe due misure per sostenere il settore primario (DL 216/11)
Pesca
e agricoltura non saranno
penalizzate grazie a due importanti misure previste dal decreto Milleproroghe,
approvato lo scorso 23 dicembre. Con il decreto, infatti, sono state stabilite
due proroghe inerenti il Programma nazionale triennale della pesca e
dell'acquacoltura e il riconoscimento della ruralità degli immobili,
al fine di sostenere gli imprenditori italiani.
Le
due misure, ha dichiarato il Ministro per le Politiche Agricole Alimentari e
Forestali, Mario Catania, rappresentano un risultato
importante, che avrà effetti positivi su entrambi i comparti produttivi. La
proroga del Programma nazionale triennale della pesca e dell'acquacoltura,
infatti, aiuterà le imprese nella realizzazione delle azioni a sostegno del
settore, supportandole in questa fase di delicata congiuntura economica.
Il
decreto ha inoltre posticipato al 31 marzo 2012 la scadenza
per le domande di riconoscimento degli edifici rurali. Questa
misura, ha dichiarato il presidente di Confagricoltura, Mario Guidi,
"è un primo importante segnale d'attenzione politica alle gravi difficoltà
delle imprese agricole''.
La
proroga, infatti, intende garantire ai soggetti interessati un lasso di tempo
maggiore per usufruire della possibilità, offerta dal Decreto Sviluppo, di presentare
un’autocertificazione attestante il possesso ininterrotto da parte
dell'immobile dei requisiti di ruralità. Una volta riconosciuti
tali requisiti i proprietari degli edifici rurali saranno esenti dal pagamento di nuove imposte sugli immobili.
Il provvedimento rappresenta un atto doveroso e
indispensabile da parte del governo, ha dichiarato la Confederazione italiana degli agricoltori (Cia), senza il quale tantissimi
agricoltori vedrebbero sfumare la possibilità di regolarizzare i propri
fabbricati rurali.
Per rispondere alle preoccupazioni degli agricoltori
sulla monovra, vista da molti come penalizzante per il settore primario, Catania ha ricordato che dopo questa prima fase incentrata sulla
fiscalità immobiliare, seguirà una seconda fase, votata alla crescita e allo
sviluppo.
FASI
Artigianato e musica entusiasmano Carovilli
05/01/2012
Grande è stato il successo della “2a Mostra dell’artigianato
locale”organizzata dall'Associazione 'Il Glicine' che si è tenuta a Carovilli il 30 dicembre scorso. Hanno partecipato
ben 18 espositori con una grande varietà di lavori proposti a dimostrazione di
quanto sia diffusa la passione per le attività artigianali che comportano
abilità manuale e spiccato gusto artistico. Va sottolineato anche il fatto, non
trascurabile, che numerosi sono stati i giovani espositori e ciò significa che
queste attività non sono morte; al contrario proprio le giovani generazioni ne
garantiscono il futuro. Inoltre il successo è stato decretato dal grande
afflusso di persone, giunte da vari paesi della Provincia, che hanno
letteralmente affollato i locali in cui avveniva l’esposizione, tanto che è
stata avanzata la richiesta di prolungarne la durata nei prossimi anni. Sono
questi i motivi principali per i quali occorre che le amministrazioni locali
rivolgano una maggiore attenzione a questo settore e ne favoriscano lo sviluppo.
In serata si è tenuto il concerto dei “14 strings duo” mandolino e chitarra, composto da Tiziano Palladino e Isidoro Nugnes, e dell’orchestra “Accademia mandolinistica molisana” che si propongono di diffondere sull’intero territorio nazionale la musica dei grandi autori che hanno composto per mandolino. Nata da un’idea di Tiziano Palladino, mandolinista e contrabbassista molisano, l’Accademia si propone la riscoperta, promozione e valorizzazione del mandolino e dei compositori molisani che in passato hanno dato lustro allo strumento ed alla Regione. Tra l’altro, nel programma della serata, insieme a musiche di Mascagni, Bizet, Manente e Calace sono stati eseguiti, con risultati esaltanti, due brani composti di recente da Don Mario Fangio, Parroco di Carovilli, per rievocare gli eventi salienti della vita di santo Stefano del lupo, nativo di Carovilli e suo patrono le cui ossa riposano nella chiesa di Santa Maria Assunta.
Si è potuto notare che alla leggerezza e lucentezza degli oggetti in rame realizzati da Filippo D’Aloise, ai gioiosi cristalli colorati di Sergio Scarpitti, ai pregiati lavori all’uncinetto ed a “filet” di Giuseppina Carnevale e ai delicati lavori al tombolo di Ester Paglione e altri ancora.
Si è vissuta, insomma, una serata densa di proposte, di stimoli culturali, di emozioni e ricordi.
In serata si è tenuto il concerto dei “14 strings duo” mandolino e chitarra, composto da Tiziano Palladino e Isidoro Nugnes, e dell’orchestra “Accademia mandolinistica molisana” che si propongono di diffondere sull’intero territorio nazionale la musica dei grandi autori che hanno composto per mandolino. Nata da un’idea di Tiziano Palladino, mandolinista e contrabbassista molisano, l’Accademia si propone la riscoperta, promozione e valorizzazione del mandolino e dei compositori molisani che in passato hanno dato lustro allo strumento ed alla Regione. Tra l’altro, nel programma della serata, insieme a musiche di Mascagni, Bizet, Manente e Calace sono stati eseguiti, con risultati esaltanti, due brani composti di recente da Don Mario Fangio, Parroco di Carovilli, per rievocare gli eventi salienti della vita di santo Stefano del lupo, nativo di Carovilli e suo patrono le cui ossa riposano nella chiesa di Santa Maria Assunta.
Si è potuto notare che alla leggerezza e lucentezza degli oggetti in rame realizzati da Filippo D’Aloise, ai gioiosi cristalli colorati di Sergio Scarpitti, ai pregiati lavori all’uncinetto ed a “filet” di Giuseppina Carnevale e ai delicati lavori al tombolo di Ester Paglione e altri ancora.
Si è vissuta, insomma, una serata densa di proposte, di stimoli culturali, di emozioni e ricordi.
Territorio - Qualità - Mercato: rivitalizzare le aree rurali
29/12/2011
Carlo Petrini, il fondatore di Slow Food, si è fatto fautore dei prodotti tipici
legati al territorio, che rifiutano di essere omologati come grandi prodotti
industriali di enormi quantità e caratteristiche identiche, per essere
smerciati in tutto il globo. L’Italia si caratterizza, invece, per prodotti di
altissima qualità legati a piccoli territori ed il mercato mondiale sembra
gradire questa tipicità diffusa nel mondo dal Ristorante Italiano.
A tal proposito Petrini dice: “Abbiamo
bisogno di proteggere le culture locali, che hanno in sé molte informazioni
utili in questi tempi di crisi ambientale, sociale ed economica; abbiamo
bisogno di proteggere le economie locali, e i mercati di prossimità, che
possono rivitalizzare le nostre aree rurali e farle tornare ad essere luoghi di
benessere, di produzione di reddito, di occupazione giovanile; abbiamo bisogno
di mantenere alte le bandiere del turismo, che non si nutre solo di visite alle
città d´arte ma soprattutto di paesaggi agrari e di territori accoglienti”.
Una rivoluzione è già in atto. Le piccole
comunità, i piccoli paesi, le produzioni tipiche per eccellenza non solo sono
vivaci ed importanti, ma muovono anche il panorama politico, decretando la
rinascita dei piccoli Comuni, delle fiere del territorio, delle manifestazioni
storiche che conservano le tradizioni.
Dice a questo proposito Giuliano
Poletti, il gran capo delle Cooperative: “La nuova agricoltura deve
riconoscersi nei prodotti tipici di grande eccellenza e non ha nessuna
struttura capace di portare questi prodotti in termini utili e remunerativi sul
mercato. Bisogna fare una politica di segmentizzazione non solo della
produzione, ma anche della filiera e della rete di utilizzazione finale. Visto
dalla parte dei produttori agricoli questo è lo stesso problema che hanno posto
i Ristoratori Italiani, che sono costretti a servirsi della grande
distribuzione tedesca perché non esiste una rete italiana”.
Biologico ,Ronchitelli (Terra Sana Abruzzo): 'Accorciare la filiera e concordare i prezzi'
27/12/2011
27/12/2011
Ampliare la
commercializzazione dei prodotti biologici, favorendo sia i produttori che i
consumatori e riducendo al massimo la filiera. E' questo l'obiettivo del
progetto "Ok,
il prezzo bio è giusto!", che nasce su
iniziativa dell'associazione di produttori regionali biologici "Terra Sana
Abruzzo", presieduta da Andrea Ronchitelli,
con il sostegno dell'assessore provinciale Angelo D'Ottavio.
"Stiamo
organizzando - dice Ronchitelli (nella foto) - degli incontri nei vari Comuni
per favorire
il dialogo tra produttori e consumatori,
in modo da avviare una contrattazione tra le parti e arrivare in un secondo
momento a un protocollo. Ciò che vogliamo, d'intesa con Codacons e
Federconsumatori, è arrivare a fissare i prodotti più richiesti, per poi chiedere dei quantitativi precisi alle
aziende in modo da stabilire concordemente i prezzi. Nel momento in cui la
merce è disponibile sarà direttamente il produttore, o la nostra associazione,
ad occuparsi della consegna a destinazione".
Parlando degli
incontri Ronchitelli spiega che il prossimo si terrà a Città Sant'Angelo e annuncia che sarebbe opportuno
"coinvolgere le pubbliche amministrazioni, a cui si chiede di mettere a
disposizione degli spazi che possano essere usati come magazzini. In questo
modo il prezzo scenderebbe ulteriormente".
"Il settore del
biologico è in espansione - commenta D'Ottavio - e progetti del genere sono già
stati avviati positivamente in altre regioni. Si tratta di una proposta
interessante perché consente di abbattere il prezzo fino al 15 per cento per
cui va portata avanti con determinazione". In Abruzzo le aziende agricole
sono 1.300 a cui si aggiungono 300 tra trasformatori e confezionatori.
"In alto Molise l'artigianato è vivo
e vegeto"
22/12/2011
Lo dichiara l'associazione culturale 'Il Glicine' di Carovilli che per il
30 dicembre ha organizzato la seconda mostra d'artigianato locale
CAROVILLI.
“Sono molte le persone convinte che l’artigianato sia ormai morto e sepolto –
ha dichiarato Luciano Scarpitti, Presidente dell’Associazione “Il Glicine” –
Noi siamo convinti del contrario. Crediamo che le lavorazioni manuali svolte
con estro e fantasia e che in alcuni casi si avvicinano addirittura alla
creazione artistica pura, esistono nei nostri paesi di montagna, ma sono
relegate in angoli nascosti, quasi clandestine perché non sono incoraggiate,
non esiste un interesse pubblico a farle sviluppare e crescere sebbene la gente
le apprezzi sempre di più. Questi artigiani, uomini e donne, ai quali oggi si è
aggiunto anche un certo numero di giovani – ha aggiunto Scarpitti – nella
maggioranza dei casi si dedicano alle loro attività nel tempo libero, o dopo
aver raggiunto la pensione, in laboratori o botteghe ricavate in casa o in
qualsiasi altro ambiente disponibile, con i semplici mezzi a loro disposizione,
ma armati di una grande volontà e passione. Noi siamo andati a cercarli e,
sebbene non abituati a reclamizzare la loro attività, vedendo il nostro
apprezzamento e anche la meraviglia per i lavori che ci venivano presentati
hanno ceduto alle nostre insistenze di far conoscere le loro opere”. In tal
modo siamo pervenuti all’idea di organizzare la “2a Mostra di lavori
d’artigianato locale” da parte dell’Associazione di Iniziative Culturali,
Sociali ed Economiche, “Il Glicine” che ha potuto contare sulla collaborazione
dell’Assessorato al Turismo della Regione Molise, dell’Ente provinciale del
Turismo di Isernia e dell’Unicreditbanca. Non si tratta di una mostra
esaustiva, siamo appena al secondo tentativo, tuttavia abbiamo voluto
raccogliere in alcuni ambienti di Carovilli, e per una sola giornata di venerdì
30 dicembre, una serie di lavori che vanno dall’uncinetto, al ricamo, alla
maglia e passano anche al legno, alla pietra, al ferro al rame e alla ceramica.
La manifestazione vuole richiamare l’attenzione dei cittadini, della società
civile e delle amministrazioni locali su un comparto economico e culturale che
rappresenta una risorsa umana e lavorativa di interesse assoluto per una
crescita del territorio proiettata verso il futuro e legata alle tradizioni.
“Il nostro obiettivo principale – dichiara il Presidente dell’Associazione “Il
Glicine” – è quello di dimostrare con fatti concreti che se c’è la volontà è
possibile far emergere dall’anonimato persone semplici e attività manuali ormai
accantonate e depositate nel dimenticatoio della cultura, occorre soltanto
attaccamento al territorio, alle tradizioni e lungimiranza politica. Il
frenetico sviluppo economico del passato ha messo da parte tutto questo per
privilegiare altre attività più moderne e più redditizie, dimenticando che la
valorizzazione del nostro ambiente naturale e la conservazione dei nostri
piccoli paesi è possibile soltanto se sapremo valorizzarne l’originalità.
Proprio l’originalità che caratterizza le produzioni artigianali è un bene non
tangibile che acquista sempre più valore man mano che si diffonde l’omogeneità
insieme alle produzioni standardizzate dell’industria e alla corsa verso le
città. L’Alto Molise nasconde capacità una volta note ed apprezzate, oggi
patrimonio di poche persone appassionate”.
L’appuntamento è per venerdì 30 dicembre nella piazza di Carovilli, presso le sale: Società Operaia, Circolo Sociale e scalinata Municipio a partire dalle ore 9,30. La mostra sarà visitabile fino alle ore 19,00, tranne durante la pausa pranzo. Alle ore 19,00, per completare la giornata, si terrà presso la chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta un concerto tenuto dall’Orchestra di mandolini e chitarre diretta da Tiziano Palladino
L’appuntamento è per venerdì 30 dicembre nella piazza di Carovilli, presso le sale: Società Operaia, Circolo Sociale e scalinata Municipio a partire dalle ore 9,30. La mostra sarà visitabile fino alle ore 19,00, tranne durante la pausa pranzo. Alle ore 19,00, per completare la giornata, si terrà presso la chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta un concerto tenuto dall’Orchestra di mandolini e chitarre diretta da Tiziano Palladino
Luoghi di passaggio città di confine, importanza delle vie di comunicazione nello sviluppo del territorio:dai tratturi alle nuove arterie di collegamento . 21/12/2012
Dopo l’invito ricevuto alla partecipazione alla biennale di Architettura che ha avuto luogo a Pescara, organizzata da Habitat lab, trasferiamo qui il nostro lavoro, che in quella occasione è stata presentato.
Una riflessione che viene da lontano, dalle nostre attività professionali, dall’impegno sociale e più in generale, da quella che fa di un uomo un essere sociale nella sua attività politica.
Un lavoro che si è concretizzato nell’incontro prezioso con il prof. Di Rico ed il suo centro studi
Gli studi professionali non generano solo metri cubi di cemento, o almeno non dovrebbero farlo, devono piuttosto essere crogiolo di idee ed innovazione.
Le ambizioni di crescita intellettuale sono refrattarie all’isolamento ed alla autoreferenzialità.
La PORTA DELLA TERRA, la definizione plastica di un confine , di un limite, il limes romano del perimetro dell’antica città aperta ad occidente verso il tramonto, verso il ”termine”. 1 km netto.
I termini romani, cippi lapidei protetti dal Dio Termine, divinità indipendente che vegliava sui confini dei poderi.
Entrare in una città rappresentava un passaggio visibile, netto, attraversavi una porta, riconquistavi la sicurezza di un luogo protetto conosciuto, familiare.
Fuori la terra da coltivare e l’altrove di luoghi e di facce straniere.
Queste erano le città delimitate dalla loro fondazione, da un solco, quello tracciato da un vomere e dalla definizione di assi di sostegno al disegno della città, una croce nelle direzioni nord sud e est ovest, attraverso le indicazioni sapienti di un agrimensore e dei suoi strumenti.
Attraversare un confine è sempre un atto di maturazione .
L’esperienza è un passaggio.
Allora guardiamo ai tratturi che facevano parte ancora di un mondo orizzontale fatto di città, di coltivazioni, di greggi in movimento sulla pelle della terra.
In seguito abbiamo scavato, cavato dalla profondità della terra il carbone, il petrolio, il gas.
Su queste nuove risorse abbiamo costruito il nostro sviluppo.
Dal sottosuolo “al piano”, in verticale.
E oggi? In un’epoca in cui si cerca di affrancarsi a fatica dalle fonti di energia fossile e si torna a guardare alle forze della natura, verso le quali i nostri pastori dovevano a volte ripararsi, a volte ringraziare gli dei che pregavano, riscopriamo il vento ed il sole.
E quali sono i nostri confini quale è la nostra frontiera?
La leggerezza, anche nelle nostre costruzioni prende il posto della gravità a soddisfare le ambizioni degli architetti, preoccupare gli ingegneri arrabbiare i carpentieri ed a meravigliare forse chi osserva e chi vive le città.
I nuovi percorsi ci attraversano, le città non hanno confini e la porta è stata sostituita da un “benvenuti a” che ti accoglie, senza soluzioni di continuità, attraverso confini solamente amministrativi.
Su quali strade faremo camminare il nostro sviluppo?
E la riflessione che lascio è che, probabilmente, i percorsi futuri saranno conosciuti solo da chi avrà la capacità di abbattere i confini che tengono le persone chiuse in cerchie ristrette.
Occorre anche in questo territorio cercare di aprire la mente ad un mondo sempre più piccolo che ci aspetta con le nostre idee le nostre capacità, quelle buone per l’esportazione.
Se è vero che questa città è un porto, questo territorio è un porto, organizziamoci per definire quali merci possono partire da qui. Arch. Agostino Monteferrante
Villa
Santa Maria: Presentazione Calendario 2012 ‘Custode della Tradizione’ 21/12/2011
Il
prestigio dell’Istituto Professionale Alberghiero di Villa Santa Maria si
riconosce non solo dall’impegno e professionalità del Dirigente Scolastico, dei
docenti e personale qualificato e di giovani allievi proiettati verso una
professionalità all’insegna della creatività culinaria, ma anche attraverso
l’organizzazione di serate di gala dove la cultura si esprime anche nel
particolare. Ieri,20 dicembre, c’è stata la presentazione del Calendario 2012
non solo per commemorare il 150° Anniversario dell’Unità d’Italia quale ultimo evento per l’anno in corso, ma
principalmente per dare rilievo all’Associazione Culinaria “Custode della
Tradizione” nata nel 2008 avente lo scopo di riunire tutti i cuochi italiani al
fine di assicurare una difesa unitaria degli interessi morali,sociali e
professionali della categoria.Nel
4°centenario della scomparsa di San Francesco Caracciolo,patrono di tutti i
cuochi d’Italia,l’associazione ha dedicato un simbolo che raccontasse la storia
della tradizione dei cuochi di Villa Santa Maria. Infatti nel simbolo sono
impresse in rilievo la figura del cuoco, il casato dei Principi Caracciolo, le
chiavi della tradizione e l’anno di nascita di Ascanio Caracciolo,al secolo San
Francesco Caracciolo.
Il
Calendario 2012 è stato presentato dal Presidente dell’Associazione Claudio
Pellegrini che con celato orgoglio ha illustrato l’elaborazione del calendario
avvenuta attraverso la partecipazione degli allievi dell’Istituto che si sono
espressi con proprie ricette e rielaborazioni di antiche ricette per ogni mese.
Da
apertura alla serata un aperitivo con prodotti ‘sfornati’
dall’Istituto,introvabili in commercio, con una scenografia composta da
sculture in zucca e in burro. E proprio dalla riproduzione in burro di V.Emanuele
II e Garibaldi, è nato il titolo del menù:
‘Immaginando il banchetto di Teano’ che riporto: Conforto
dell’incontro(aperitivo), Tortino di verdure (antipasto), Raffiche capitoline
(primo piatto), Agnello di ritorno (secondo piatto), Dolce Italia (dessert) e
chissà se fosse andata così, quale sarebbe stato il risvolto della Storia.Non
poteva mancare ,per concludere la serata, l’arte del pasticciere agnonese Gerri,
con la riproduzione in cioccolata della Tavola Osca e le praline al tartufo
bianco (eccezionali!) donati ad esponenti politici e giornalistici presenti
all’evento.
Ortona: L’Agricoltura Biologica in Abruzzo – Tra qualità del
prodotto e difficoltà di espansione del mercato. 21/12/2011
Il convegno tenutosi il 20 dicembre all’ Agriverde in Villa
Caldari,ha visto la partecipazione di esperti di settore e Presidenti di Associazioni. Dopo una
panoramica del progetto di Terra Sana Abruzzo, il Presidente Regionale Andrea Ronchitelli ha sottolineato come l’agricoltura biologica abbia subito negli ultimi mesi un incremento pari al
12%,ma nonostante l’aumento della qualità del prodotto venduto, le aziende di
settore sono in sofferenza . Il progetto presentato dal Presidente che
abbraccia la filiera corta ed un mercato internazionale, deve partire da dei
presupposti che a livello collettivo, creino quelle conoscenze ed informazioni
necessarie per un ampliamento del mercato biologico. Fondamentali risultano
essere la ristorazione collettiva (mense ospedaliere, scolastiche),
l’introduzione del concetto di agricoltura biologica partendo dalle scuole
primarie attraverso proiezioni di cartoons sul ciclo biologico e
convenzionale,quali segmenti di percorso necessari.
Nella fattispecie è importante il rapporto di fiducia ,oltre
alla qualità del prodotto, che si deve instaurare tra produttore e consumatore,
bypassando quelle ‘compressioni’ che dequalificano il prodotto ad un costo
finale basso.
E cosa importante è la diversificazione dell’impresa, dando
un valore all’azienda in termini di tutela ambientale. Gli ulteriori interventi
di Giannicola Di Carlo-membro del Consiglio Direttivo UPBIO (Unione Produttori
Biologici) ; di Natale Marcomini-Presidente Nazionale Terra Sana Italia; di
Fabrizio Tota-Titolare Cominter-Bio Agenzia di broker alimentari; di Vittorio
Ruggieri-Vice Coordinatore Regionale CODACONS, vertevano sulla gestione del
territorio,sul recupero dei terreni incolti, sull’utilizzo delle risorse umane,
su mense biologiche come espansione di mercato, il tutto in un’ottica di
facilitazioni di accesso al credito visto che al momento non esistono
finanziamenti regionali per la filiera corta.
Maggiore credibilità, informazione ed operatività nel
settore bioagricolo sono fattori essenziali che vanno anche a contribuire ad
una riduzione della spesa pubblica sanitaria. Come? …Mangiar sano e sapere cosa
si mangia, migliora la vita!
150 anni di storia italiana raccontati attraverso l’agricoltura. Nell’incontro con Fini a Montecitorio la Cia ripercorre le trasformazioni delle campagne dal 1861 a oggi. 19/12/2011
Alla Camera dei Deputati il convegno nazionale della
Confederazione. Il presidente Politi: rimodellare l’impresa alle esigenze del
presente, ma custodire e valorizzare la ricchissima eredità delle tradizioni
contadine nazionali.
L’Italia è
un paese agricolo di nascita. E dal 1861 a oggi la sua storia si intreccia
continuamente con le trasformazioni del settore primario, tanto che anche
adesso, dopo 150 anni, la ruralità è parte integrante del nostro “corredo
genetico”. È per questo che nel convegno “L’agricoltura nei 150 anni dell’Unità
d’Italia”, svoltosi il 15 dicembre a Montecitorio alla presenza del presidente della
Camera Gianfranco Fini, la Cia-Confederazione italiana agricoltori ha voluto
raccontare l’Italia attraverso la vita nei campi.
“Nell’evoluzione
del mondo rurale italiano -ha affermato il presidente nazionale della Cia
Giuseppe Politi, intervenendo al convegno- sono scritti tutti i più importanti
cambiamenti economici, sociali e territoriali del nostro Paese: dalle lotte per
la terra alla nascita delle organizzazioni contadine, dai rapporti feudali alla
conduzione diretta, fino al passaggio da società rurale a industriale e alle
trasformazioni degli assetti produttivi, del paesaggio agrario e dell’uso del
territorio”.
Le
tradizioni e i modelli sociali della ruralità -spiega la Cia- hanno lasciato il
segno nella nostra società, mentre la progressiva marginalizzazione di questo
settore, una volta davvero primario nell’economia italiana, racconta
perfettamente il suo radicale mutamento. E oggi “la più grande sfida per la
nostra agricoltura -ha detto il presidente della Cia- è trovare la strada dello
sviluppo senza disperdere la propria identità sociale e culturale. Quindi
rimodellare la struttura dell’impresa secondo le mutate esigenze del mercato,
senza perdere la ricchissima eredità delle nostre tradizioni agricole, che
continuano a costituire il valore aggiunto della nostra agricoltura, e quindi
un’eredità unica da valorizzare, non solo per il suo spessore culturale, ma
soprattutto per le potenzialità economiche”.
Gli
agricoltori italiani sono depositari di una cultura e una conoscenza che
possono fare la differenza rispetto ai nostri competitor. Ed è per questo che
“la Cia -ha continuato Politi- si è sempre impegnata in questa doppia
direzione: da un lato lo la competitività e dall’altro la tutela dei saperi
antichi che oggi rendono unico il ‘made in Italy’ agroalimentare nel mondo. Un
patrimonio che, però, va continuamente aggiornato se non si vuole che una
grande ricchezza si trasformi in un handicap di fronte alle esigenze
dell’economia moderna”.
Nel convegno a Montecitorio, quindi, la Cia ha deciso
di dare un ulteriore contributo alle celebrazioni per l’Unità d’Italia dopo la
Festa nazionale dell’Agricoltura che si è svolta a settembre a Torino. E questa
volta ha deciso di farlo “riscrivendo” la storia del Belpaese dal proprio punto
di vista, e costruendo un affresco nuovo di questi 150 anni visto da quattro
punti di vista fondamentali, affrontati da altrettanti interventi di alto
valore scientifico. Con la relazione del professor Adolfo Pepe dell’Università
di Teramo è stata approfondita la storia delle organizzazioni agricole, mentre
il professor Augusto Marinelli dell’Università di Firenze è intervenuto sulle
“trasformazioni delle strutture e le politiche agrarie”. La professoressa Maria
Cristina Treu del Politecnico di Milano si è soffermata sulla storia
dell’evoluzione del paesaggio agrario, che ha continuamente ridisegnato il
volto dello Stivale. Infine, la relazione del professor Sergio Givone dell’Università
di Firenze ha approfondito un tema più specifico: “dalle trasformazioni
idrauliche al riso nella storia d’Italia”. Ha presieduto i lavori il presidente
nazionale della Cia Giuseppe Politi.
"Giovani e Coesione" 19/12/2011
E' il tema trattato dal Prof.Paolo Tanzj ad Agnone. Concordando sulla riunificazione tra i territori dell'Abruzzo e Molise,il Professore, sostiene che occorre mirare ad un "Parlamentino di Comuni" ossia un consorzio tra Comuni dove prendono parte tutti i sindaci con lo scopo di indire riunioni per stilare programmi di fattibilità per queste due terre e costituire una 'cassa comune' per rilanciare i territori. E probabilmente un consorzio del genere potrebbe anche ottenere finanziamenti dall'Unione Europea. I giovani rappresentano la chiave per dare nuova linfa alle radici dell'Abruzzo e Molise.
Chissà qual'è il parere del Consigliere Regionale Paolo Palomba in merito al 'Parlamentino dei Comuni' visto che è uno dei promotori della riunificazione dell'Abruzzo e del Molise.
Tracturo 3000 17/12/2011
“Tracturo3000″ una spedizione tecnico-scientifica volta alla riscoperta del tratturo che da L’Aquila giunge fino al Tavoliere delle Puglie, in particolare alla città di Foggia. Con i suoi 244 Km è il Tratturo più lungo d’Italia e vanta origini che si fanno risalire all’epoca Romana. Per questo è stato definito “Tratturo Magno” o “Tratturo Regio”. Per secoli questo è stato teatro della “transumanza”, la migrazione stagionale delle greggi che i pastori spostavano dalla montagna in pianura e viceversa.
Tracturo 3000 è un “work in walk” che vede coinvolto un gruppo di escursionisti, architetti, veterinari, pastori, fotografi e cineoperatori, impegnati nello studio e nella riscoperta dell’antica via di collegamento tra Abruzzo e Puglia. Greggi di ovini accompagnano i nuovi transumanti lungo il percorso, rintracciato con esattezza catrografica e storica. Un’iniziativa,conclusasi ad ottobre, patrocinata dal Senato della Republlica, Regione Abruzzo, Comune dell’Aquila e di Castel del Monte, che ha proposto di aprire la strada ad un particolare, ma molto diffuso, tipo di turismo, riservato agli amanti delle lunghe camminate a piedi e a stretto contatto con la natura e territori incontaminati. Un’esperienza già testata, con ottimi risultati, in altre zone d’Europa (vedi il Camino de Santiago de Compostela) che potrebbe rappresentare una risorsa importante per tutte le aree interessate dal percorso. Il racconto delle nove tappe del viaggio sarà riportato nel blog del sito internet www.tratturomagno.it. Un segno dei tempi che cambiano: un tempo per conoscere gli eventi che avevano accompagnato i pastori nella loro traversata occorreva aspettare il loro ritorno a casa. Oggi basta cliccare su un link e l’aggiornamento in tempo reale è servito. Una comunicazione veloce che però non intaccherà le suggestioni, i colori e le emozioni della navigazione lungo «l’erbal fiume silente».
Tracturo 3000 è un “work in walk” che vede coinvolto un gruppo di escursionisti, architetti, veterinari, pastori, fotografi e cineoperatori, impegnati nello studio e nella riscoperta dell’antica via di collegamento tra Abruzzo e Puglia. Greggi di ovini accompagnano i nuovi transumanti lungo il percorso, rintracciato con esattezza catrografica e storica. Un’iniziativa,conclusasi ad ottobre, patrocinata dal Senato della Republlica, Regione Abruzzo, Comune dell’Aquila e di Castel del Monte, che ha proposto di aprire la strada ad un particolare, ma molto diffuso, tipo di turismo, riservato agli amanti delle lunghe camminate a piedi e a stretto contatto con la natura e territori incontaminati. Un’esperienza già testata, con ottimi risultati, in altre zone d’Europa (vedi il Camino de Santiago de Compostela) che potrebbe rappresentare una risorsa importante per tutte le aree interessate dal percorso. Il racconto delle nove tappe del viaggio sarà riportato nel blog del sito internet www.tratturomagno.it. Un segno dei tempi che cambiano: un tempo per conoscere gli eventi che avevano accompagnato i pastori nella loro traversata occorreva aspettare il loro ritorno a casa. Oggi basta cliccare su un link e l’aggiornamento in tempo reale è servito. Una comunicazione veloce che però non intaccherà le suggestioni, i colori e le emozioni della navigazione lungo «l’erbal fiume silente».
AGNONE – 8 dicembre 2011 – Una ‘Ndocciata al sapore di cioccolatini al tartufo.
Ancora una volta il pasticciere agnonese,Gerri Labbate, con la sua creatività artigianale ha omaggiato la ‘Ndocciata dell’Immacolata con la creazione del cioccolatino al tartufo bianco .
“A dire la verità, spiega Gerri,la pralina al tartufo bianco pregiato ha fatto il suo esordio alla prima fiera del tartufo tenutasi ad Isernia, ma l’appuntamento di oggi era troppo appetibile per non far degustare il prodotto alle migliaia di visitatori che si sono recati ad Agnone”. Il cioccolatino è avvolto da cioccolata fondente a protezione dell’anima in tartufo bianco pregiato alla quale si aggiungono delle nocciole che esaltano il gusto del prodotto. Provare per credere…parola di Gerri.
CASEARI da dieci generazioni…
PARCO ARCHEOLOGICO – RIORGANIZZARE IL TERRITORIO
Nessun commento:
Posta un commento